A detta degli storici, l'invasione gentile di Galbadia ai danni di Balamb non fu una azione destinata a essere ricordata negli annali delle sceneggiature Squaresoft. Racconta una signora del luogo, Doris Crop Circles: “eh niente io il lunedì mi sveglio tardi perché faccio il turno in negozio la domenica pomeriggio: mangio, guardo la prima mezz'ora di Polipi & Polpe ed esco. Questa volta mi sono trovata di fronte un soldato con uno stemma fallico disegnato sui pantaloni e un casco privo di visione periferica, sa, quelli lì, che mi dice sottovoce: 'shhh, signora, non dica agli altri che vi abbiamo invasi'. Che cosa ho fatto. Le assicuro che non volevo offenderlo in alcun modo, mi sono solo avvicinata a lui e gli ho risposto, anche io sottovoce per non metterlo in imbarazzo di fronte a Giovanni Assoluto, il mio vicino di casa che sbircia sempre tutto quello che succede dal balcone: 'ma non è una robetta un po' illegale quella che state facendo?”. Non l'avesse mai fatto. Pare che il soldato sia saltato sul posto con un urlo tutt'altro che virile e si sia voltato nel tentativo di fuggire dalla disquisizione inquisitoria con la Crop Circles in modo talmente rapido da sbattere contro uno dei lampioni della via principale di Balamb, rompendosi il setto nasale. Subito dopo è accorso quello che Assoluto identificò come un suo superiore, trafelato, il quale si è inginocchiato di fronte alla signora Circles in lacrime (senza soccorrere il collega dedito a uno impressionante spettacolo di epistassi) pregando la testimone di non riferire nulla in famiglia riguardo ciò che aveva appena visto. “Non mi ha dato tempo di rispondere: si è alzato, si è ravanato in tasca e mi ha offerto in dono un sacchettino di plastica prima di afferrare l'amico per la collottola e trascinarlo via mentre quello urlava. Solo quando sono entrata in negozio ho potuto esaminare meglio il sacchetto: era un pacco di Galatine Sperlari al latte. Sono quasi svenuta.”. Consegnare un sacchetto di Galatine Sperlari al latte è il messaggio civile per esprimere il concetto di “invasione pacifica” o “guerra affettuosa”, un dono in grado di far trasalire anche il più indomito diplomatico esistente, l'esimio Dott. Sebastianis Sardo-Sardìn-di-Sardeñ Sassaroli, tuttora impegnato nella difficile risoluzione del caso diplomatico che ha portato alla nascita dello hashtag #RidatecePancrazio. “Guardi, giungo oggi da una riunione con le massime autorità di Esthar” confida ai nostri microfoni, “è davvero arduo trattare complesse situazioni di politica estera con una nazione che sulla carta non esiste” - egli ci confessa infatti di avere confabulato da solo in una stanza con un tavolo e dodici sedie vuote che il governo esthariano gli ha gentilmente fornito in una baracca al limite esterno del Grande Lago Salato. “Vado là due volte a settimana da dieci anni, è un tragitto di quattromila chilometri che percorro esclusivamente per l'amore che provo per la diplomazia, anche se in questi anni la situazione temo sia degenerata. tanto che mi porto dietro un pranzo al sacco e lo consumo in riunione mentre continuo a blaterare con le poltrone. Tranquilli comunque, c'è speranza di riavere Pancrazio per il 2018, qualche segnale confortante l'ho ricevuto: l'ultima volta che sono entrato nella baracca ho notato che una poltrona era stata leggerissimamente spostata.”. Riguardo invece la situazione corrente a Balamb, Sassaroli offre più certezze. “E' un caso molto pericoloso, ma la Consegna della Galatina non ci pone alcun dubbio: è un caso di invasione pacifica. Sono i peggiori. Un manipolo di soldati entra in città fingendosi un gruppo di idioti: cadono per terra, non sanno cosa fare, chiedono cose stupide, mangiano il cibo locale e si intossicano, parlano del più e del meno fra di loro, e nel frattempo coprono ogni singolo screen della città. Fondamentale per la riuscita di un piano del genere, l'implementazione di un G.A.S.A. , un Grossissimo Affare Spaventoso in Aria che faccia capire alla gente che nel peggiore dei casi quel vappacchione immenso potrebbe comunque cascargli in faccia in barba alla stupidità dei soldati appostati.”. Come si risolve una situazione del genere. Abbiamo chiesto al diplomatico. “Come si risolve. Chiamando in causa un altro vappacchione. Un A.P.P.O.G.A., Aggeggio Perfino Piu' Oscenamente Grande dell'Altro. Lasciate che queste due creature nate dal genio malefico dell'uomo si incontrino sul campo di battaglia e diano luce al più maestoso scontro mai veduto. IIIIIIHHHHHH SIIIIIII AAAAHH EHEHBWAHAWAHAHABAHAAHAHAHA”. L'uomo è stato colto da spasmi e ha continuato a ridere in maniera disturbante per altri cinque minuti, imbevendo di saliva il nostro povero microfono. Alla fine si è ricomposto, si è asciugato la faccia chiedendoci in prestito una nostra manica, ha assunto una espressione truce e ha rimarcato con un inaspettato accento giapponese:. “Che combattano.”.